La NASA ha rilasciato una vasta gamma di nuove immagini e dati sulla cometa interstellare 3I/ATLAS, un raro visitatore proveniente dall’esterno del nostro sistema solare. L’oggetto, solo il terzo oggetto interstellare confermato mai rilevato, è stato osservato da ben 15 diversi veicoli spaziali della NASA, tra cui il telescopio spaziale James Webb, orbiter su Marte e persino sonde in rotta verso altre destinazioni. Lo sforzo coordinato sottolinea l’entusiasmo della comunità scientifica per questa opportunità unica di studiare materiale proveniente da un altro sistema stellare.
Cosa rende speciale 3I/ATLAS?
Il comportamento della cometa è chiaramente cometario (sparge polvere e gas mentre si avvicina al sole), ma la sua origine è ciò che la distingue davvero. Gli scienziati confermano che non si tratta di un veicolo spaziale alieno, come suggerito da alcune speculazioni online. Rappresenta invece una finestra sulla composizione di antichi sistemi stellari, potenzialmente molto più antichi del nostro. Ciò rende 3I/ATLAS un’occasione unica per confrontare gli elementi costitutivi di altri sistemi solari con il nostro.
“È una rara opportunità per confrontare la polvere antica di un lontano sistema solare con quella del nostro”, ha affermato Shawn Domagal-Goldman, direttore ad interim della Divisione di Astrofisica della NASA.
Osservazioni su più veicoli spaziali: una visione completa
L’enorme volume di dati raccolti non ha precedenti. Il Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) ha catturato immagini che mostrano la cometa come una palla ghiacciata e sfocata che sparge polvere. Nel frattempo, il James Webb Space Telescope (JWST), combinato con i dati di SPHEREx, ha rilevato alti livelli di anidride carbonica e ghiaccio d’acqua nella chioma della cometa, la nuvola di gas e polvere che la circonda. È interessante notare che la cometa emette più anidride carbonica che acqua, una deviazione dal comportamento tipico della cometa.
Il posizionamento strategico della flotta della NASA è stato cruciale. Poiché la Terra era posizionata in modo sfavorevole per una visione ottimale, le risorse basate su Marte e le sonde più lontane dal Sole sono state in grado di acquisire dati critici, comprese le viste retroilluminate della coda della cometa. Missioni come Psyche e Lucy, in rotta verso altri obiettivi, raccoglievano opportunisticamente immagini mentre 3I/ATLAS passava nel loro raggio d’azione.
Risultati inattesi: vapori di nichel e implicazioni sulla difesa planetaria
La cometa ha già riservato alcune sorprese. I ricercatori hanno osservato una quantità sconcertante di vapori di nichel emessi dalla cometa anche a grandi distanze dal Sole, dove tale evaporazione è altamente insolita. Inoltre, i dati raccolti potrebbero indirettamente migliorare le strategie di difesa planetaria. Tracciando accuratamente la traiettoria di 3I/ATLAS, gli scienziati possono perfezionare i modelli per prevedere e potenzialmente mitigare le minacce provenienti da altri oggetti spaziali.
Il futuro della ricerca 3I/ATLAS
Anche se la sua dimensione esatta rimane incerta, variando da migliaia di piedi a chilometri di diametro, il viaggio della cometa solleva interrogativi persistenti. Determinare il suo luogo di nascita è una sfida fondamentale, data l’orbita galattica delle stelle. La possibilità che 3I/ATLAS abbia avuto origine in un sistema solare più antico del nostro è particolarmente intrigante.
Mentre la cometa si allontana dal nostro sistema solare, JWST manterrà probabilmente l’ultima visione chiara grazie alle sue capacità di osservazione dello spazio profondo. La ricchezza di dati raccolti alimenterà la ricerca futura per gli anni a venire, aiutando gli scienziati a decodificare le condizioni che danno origine a comete come 3I/ATLAS e a comprendere meglio la diversità dei sistemi planetari oltre il nostro.
In definitiva, lo studio di 3I/ATLAS non riguarda solo una cometa; si tratta di svelare i misteri dello spazio interstellare e il potenziale di ambienti che sostengono la vita in altre parti della galassia.




























